Abilitazione titoli esteri, si cerca una soluzione: martedì 4 aprile 2023 MIM e OO.SS. ritornano a confrontarsi.

Si tornerà a discutere martedì 4 aprile 2023 presso il MIM sul riconoscimento dei titoli esteri. La discussione sarà centrata sul nodo da sciogliere e cioè: l’intenzionalità da parte del Ministero di permettere a chi è in attesa del riconoscimento dei titoli esteri di poter rispondere alla chiamata per le supplenze da GPS. Come risaputo, il MIM starebbe per emanare un’ordinanza in cui prevede che chi è inserito nella prima fascia delle GPS, avendo acquisito il titolo di specializzazione su sostegno all’estero, possa stipulare i contratti di supplenza anche in mancanza del riconoscimento formale del titolo di accesso alla graduatoria.

La questione è particolarmente delicata, sia per le motivazioni di natura giuridica, sia per le motivazioni di natura strettamente politica: si tratterebbe di valutare quale modifica occorre apportare all’art 7, comma 4, lettera A , dell’OM 112/2022, in conseguenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato dello scorso 29 dicembre, nella quale si è stabilito che “spetta al Ministero competente verificare se, e in quale misura, si debba ritenere che le conoscenze attestate dal diploma rilasciato da altro Stato o la qualifica attestata da questo, nonché l’esperienza ottenuta nello Stato membro in cui il candidato chiede di essere iscritto, soddisfino, anche parzialmente, le condizioni per accedere all’insegnamento in Italia”.

A seguito dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, il Ministero  non può più “massivamente” non riconoscere i titoli conseguiti all’estero ma dovrà verificare, caso per caso, se le conoscenze attestate dal diploma rilasciato da altro Stato o la qualifica attestata da questo soddisfino, anche parzialmente, le condizioni per accedere all’insegnamento in Italia, salva l’adozione di opportune e proporzionate misure compensative ai sensi dell’art. 14 della Direttiva 2005/36/CE.

Spetta ora al Ministero assolvere tale compito e cioè rivalutare le posizioni di quanti sono stati inseriti con riserva in precedenza. In ogni caso, la soluzione dovrà garantire a tutti, quanti hanno acquisito il titolo di specializzazione in Italia e quanti all’estero, la certezza del diritto al lavoro: nessuno pensi di adottare soluzioni che escludano dal lavorare gli uni e gli altri.