Il Governo disconosce il valore dell’operato della Scuola. La Scuola dice Basta. A partire dal 3 maggio proclamato lo stato di agitazione.

In risposta al Decreto 36 del 30 aprile 2022, già pubblicato in GU, la Scuola si mobilita per rintuzzare il continuo disconoscimento da parte del Governo del suo ruolo e di quello del suo personale. Infatti, nel documento programmatico di economia pluriennale non è fatto cenno ad investimenti mirati a rilanciare e a qualificare il Sistema Pubblico Formativo, quale risorsa irrinunciabile per assicurare il futuro alle nuove generazioni. Dopo il superamento o quasi della pandemia e degli effetti catastrofici di una dissennata “guerra”, scatenata per motivi ancora incomprensibili e/o riconducibili alle logiche di un mondo ormai inesistente, il Decreto del 30 aprile u.s. del Governo non prevede investimenti per la scuola ma solo tagli.

In questi ultimi due anni durante i quali la Scuola è stata capace con il proprio  personale di reiventarsi per riempire il vuoto “esistenziale” in cui il Paese era stato posto dalla pandemia, con le sue sole forze, avevamo registrato solo un formale e approssimativo impegno del Governo, formalizzato nel Patto per la Scuola, ad intervenire concretamente per risolvere le criticità che avevamo messo in luce: la carente condizione dell’edilizia scolastica; la inadeguatezza degli organici di personale ATA e docente  atti a fronteggiare gli effetti della pandemia e i nuovi bisogni educativi dei ragazzi; la necessità di un piano di reclutamento e formazione del personale in linea con i nuovi bisogni dell’utenza; il superamento dello stato di precarietà vissuto dal personale docente e ATA, già impegnato nella scuola, attraverso un atto legislativo che risolvesse una volta per tutte il precariato, portato a sistema in un comparto particolarmente delicato qual è quello educativo; la necessità di dover riscrivere un nuovo stato giuridico ed economico del personale, docente e ATA, cioè un nuovo contratto nazionale di lavoro, in grado di recepire i nuovi ruoli e le nuove funzioni svolte dal personale della scuola che si sono manifestati durante il periodo pandemico, nonché il pieno riconoscimento economico del suo operato.

Il Governo, piuttosto che dare risposte agli impegni già assunti, ha ritenuto di circoscrivere gli impegni alla sola riforma della formazione iniziale e del reclutamento del personale docente, con un atto unilaterale sconnesso da un progetto di riforma strutturale dell’intero Sistema Pubblico Formativo. Ed è per ciò che la scuola con le sue OO. SS. più rappresentative (FLC Cgil, Cisl Scuola, UIL Scuola Rua, SNALS Confsal e Gilda Unams) chiama tutto il personale alla mobilitazione che si espliciterà nelle seguenti iniziative:

– convocazione di tutte le RSU elette nelle ultime elezioni per la giornata di venerdì 6 Maggio alle ore 15 in diretta streaming con l’intervento dei 5 segretari generali di categoria (seguirà volantino iniziativa);

– convocazione direttivi unitari dei 5 sindacati, per la giornata del 13 Maggio alle ore 15, sempre in modalità on line;

– dal 3 Maggio proclamazione dello stato di agitazione;

– incontro con tutti i gruppi parlamentari.

Non appena in possesso di ulteriori informazioni, sarà nostra cura darne comunicazione. In allegato il comunicato delle Segreterie Generali delle OO. SS.

Prof. Giovanni Di Pisa

Segretario Provinciale